

Tibalt dal Sangue Demoniaco
Allievo di uno skaberen di Nephalia, Tibalt cercò di seguire le orme del suo maestro, riassemblando e rianimando cadaveri. Ma non aveva il talento e la disciplina necessari per questo lavoro oscuro ed estenuante. Mentre l'odio cresceva dentro di lui, nutrito dai fallimenti e dall'isolamento, iniziò ad impiegare le sue doti sui vivi. I suoi esperimenti indagavano la capacità di sopportazione del dolore degli organismi viventi.
All'inizio sperimentava sui ratti. Col tempo cominciò a impiegare animali di taglia più grande e infine passò ai vagabondi. Come evocati dalla malvagia natura di questi nuovi esperimenti, diavoli iniziarono a radunarsi di notte nei pressi del laboratorio di Tibalt, sussurrando nella loro strana lingua pigolante. Col tempo, i diavoli offrirono a Tibalt informazioni su ciò che più lo affascinava: la natura stessa del dolore. Invaso da una sensazione di potere, Tibalt divenne sempre più sadico e insieme più imprudente, trascurando le voci che cominciavano a correre nel villaggio.
Non passò molto tempo prima che la porta del suo laboratorio venisse sfondata da un inquisitore. Colto in flagrante in una stanza piena di diavoli farfuglianti e strumenti di tortura, Tibalt sarebbe stato giustiziato o imprigionato a vita. Ma in quel momento invocò una magia, potente e piena di odio, originata dalla lingua arcana dei diavoli e dalle sue stesse oscure scoperte. La magia fuse la sua essenza con la loro, al prezzo di un dolore inimmaginabile - lo stesso che Tibalt aveva inflitto ad altri. Fu allora che la scintilla di Planeswalker si accese in lui, scagliandolo nelle profondità del Multiverso e permettendogli di sfuggire alle spade degli inquisitori. Mezzo umano e mezzo diavolo, ora Tibalt è libero di praticare la sua "arte" su innumerevoli piani.