Osservando fuori dalla finestra al di sopra della sua scrivania, Will poteva vedere i venti autunnali che facevano danzare le foglie cadute nella corte. Studenti di Prismari, con le loro caratteristiche vesti blu e rosse, passeggiavano ridendo, chiacchierando e sorseggiando le loro calde bevande. Quando i suoi occhi tornarono infine al compito di Etica della manipolazione dell’etere, le domande erano ancora in attesa di una risposta. Sospirò e sollevò di nuovo la matita, proprio nel momento in cui la porta della stanza di aprì. Rowan entrò, con i capelli arruffati e sorridendo per chissà quale nuovo motivo.

Explosive Welcome
Benvenuto Esplosivo | Illustrazione di: Mathias Kollros

"Ciao", le disse Will, con un tono già scocciato.

"Oh! Ciao."

"Dove sei stata?"

"Ero con Auvernine e Plink", rispose Rowan, abbandonando il sorriso.

"I tuoi amici di Germoglioscuro?"

"Esatto." Attraversò la stanza fino all'armadio e iniziò a cercare al suo interno. Condividevano i cassetti, ovviamente, con la metà di Rowan che aveva l’aspetto del nido di un uccello che raccoglieva oggetti di ogni tipo.

Will si alzò dalla scrivania. "Hai già finito il tuo compito di Etica della manipolazione dell’etere?"

"Già”, rispose Rowan, mettendo da parte i componenti dell’uniforme invernale di lei.

"E sei pronta per il fine settimana? Dicono che gli esami della professoressa Onyx siano famosi per la loro difficoltà."

Rowan stava giocherellando con una ciocca di capelli. "I suoi cosa?"

"Parlo degli esami. Hai presente quello che hai tra due giorni?"

"Oh. Sì, vero."

Will alzò le braccia per lo sconforto. "Rowan, non stai prendendo nulla sul serio! Per noi è un grande privilegio essere qui. Non te ne rendi conto?"

Rowan scattò verso di lui, con un’evidente rabbia che ardeva negli occhi. "Ah, pensi che io sia così sciocca per comprendere la grande importanza di tutto questo, vero?"

"Rowan, non volevo dire..."

"Ci sono già tanti professori qui a Strixhaven e non c’è bisogno che tu ti aggiunga a loro!"

Ciò che fece arretrare Will non furono quelle parole o la furia sorprendente, bensì le scintille di elettricità che saettavano tra le ciocche di capelli sul volto della sorella.

"Rowan", fu tutto ciò che riuscì a dire.

La vide poi passare dalla rabbia alla confusione alla vergogna. Il suo volto riprese il normale aspetto e le scintille svanirono nel nulla.

"Ti senti bene?", le chiese.

"Va tutto bene", rispose lei con tono amaro. Prima che Will potesse dirle altro, Rowan afferrò il mantello della sua uniforme invernale e corse fuori dalla stanza.


Erano trascorsi due giorni e, nonostante si fosse spostato dalla sua stanza a una delle aree di studio comuni del Biblioplex, Will non aveva fatto progressi nel compito assegnatogli dalla professoressa Onyx. Affondò nella sedia e si portò le mani davanti agli occhi. "Se qualcuno potesse tramutarmi in un newt o qualcosa di simile, ci risparmieremmo un sacco di problemi."

Dall'altro lato del tavolo, Quint alzò lo sguardo dalle proprie letture e le sue mani afferrarono una tazza di tè, di cui assaporò con piacere l'aroma che si sollevava sotto forma di vapori. "Si tratta dei legami dell’etere, vero?"

Will annuì debolmente. "Detesto l’etere. Detesto i legami. Detesto l’intero concetto."

"Sì, è un concetto complicato", confermò Quint. "Hai provato a studiarlo sul..."

Will sollevò il libro che aveva di fronte, in modo che il suo amico potesse leggere il titolo.

". . .Trattato sulla manipolazione corporea. Uhm."

"Grazie per averci provato", gli rispose Will.

"Beh, sono sicuro che ce la farai", concluse Quint con un tono allegro.

Per un certo periodo, l’unico rumore tra loro fu il movimento delle pagine, affiancato da alcuni sorsi di tè. "Accidenti", esclamò Quint dopo un po’. "Ma questo è... aspetta, l’ho già visto in passato." Afferrò un altro libro e lo sfogliò finché non trovò la pagina che desiderava, poi sottolineò una riga e confrontò i due tomi che aveva di fronte. "Lo sapevo! Arthelas il Sontuoso e Bairod il cercatore dell’orizzonte erano la stessa persona."

Will annuì distrattamente, sempre impantanato nel tentativo di risolvere l’enigma della professoressa Onyx.

Quint scoppiò a ridere. "Questo sigillo arcano è inconfondibile! Questa cosa è strabiliante! Significa che i racconti dei regni inferiori devono essere riscritti da zero o, come minimo, essere riordinati per tenere in considerazione... oh!"

Will sobbalzò nel momento in cui il tè di Quint fuoriuscì dalla tazza e atterrò sui libri che aveva di fronte, spandendosi sugli antichi manoscritti. Strabuzzò gli occhi. "Che cosa possiamo...? Isabough ci spedirà all'acquitrino delle punizioni per un mese intero!"

"Non se non se ne accorge." Quint posò la tazza di tè di fianco alla pagina macchiata.

"Non puoi sollevarla", gli disse Will. "Si porterà via l’inchiostro."

"Vero, ma se ragiono bene..."

Il dito di Quint iniziò a risplendere. Lo immerse nella tazza e poi sfiorò il libro. Il tè iniziò a sollevarsi e piccole goccioline fluttuarono al di sopra della pagina e andarono verso la tazza di Quint. Sul suo volto si dipinse un sorriso. "Questa è una delle magie che utilizziamo per la ricerca degli oggetti durante i nostri scavi."

Quint rimosse altro tè e Will passò una mano sulle pagine, che avevano una consistenza liscia e asciutta. "Notevole."

Quint alzò le spalle. "C’è sempre una magia."


Dal tavolo che condivideva con Auvernine e Plink, Rowan osservò il resto della taverna degli avventurieri. Da più di una settimana, era il suo luogo d’incontro con le streghe di Germoglioscuro dopo le lezioni e stava rapidamente diventando uno dei suoi luoghi preferiti nel campus. Bevve un sorso della pozione frizzante e si gustò l’intenso aroma fruttato.

"Avete saputo del duello di ieri? Il costrutto dell'esame di Dinsley è stato distrutto", raccontò Plink tra un boccone e l’altro. "Quel mago di Pennargento avrebbe anche potuto incendiarlo. Gli avrebbe fatto meno male."

"Non se lo avesse fatto nel modo giusto", rispose Rowan con un ghigno in volto.

"Non capisco perché non aspettino semplicemente il prossimo incontro di Torre del mago. Prismari, Pennargento... a quel punto possono massacrarsi di magie quanto vogliono. Tutti quei duelli sono solo sciocche sceneggiate", disse Auvernine.

Le altre ragazze risero e si dichiararono d'accordo, ma Rowan smise di sorridere. Un duello le sembrava un modo perfetto per ridurre la tensione. Dal momento in cui i decani avevano interrotto il duello in cui si erano trovati lei e Will durante il loro primo giorno a Strixhaven, aveva atteso l’occasione successiva in cui avrebbe potuto lasciarsi andare. Fino a quel giorno, era stato l’unico aspetto che era valso la pena di andare in quel luogo... beh, oltre le sue amiche di Germoglioscuro. Will, ovviamente, sembrava divertirsi come non mai.

Come se avesse avuto il potere di evocarlo con il solo pensiero, vide Will entrare proprio in quel momento. Dalla porta, Will cercò nella stanza fino a incrociare lo sguardo di Rowan e poi dirigersi verso il suo tavolo. Rowan sospirò e si portò alle labbra la pozione. "Ecco, fantastico."

"Come?", Plink alzò lo sguardo nel momento in cui Will arrivò al tavolo. "Oh, tuo fratello! Ciao Will."

Will le fece un saluto col capo e poi si voltò verso Rowan. "La professoressa Onyx ha pubblicato i risultati degli esami."

Rowan scrollò le spalle. "E?"

"Sei passata di poco, Rowan", le disse Will con tono severo. "Avevi detto di non aver bisogno del mio aiuto."

"L’ho superato, no?" Rowan scosse la testa. "E poi non sono affari tuoi."

"Abbiamo avuto settimane per prepararci." Will aggrottò la fronte. "A questo punto dovresti conoscerle queste cose. E io avrei potuto aiutarti con il resto, se non fossi stata così impegnata ad andare in giro con le tue amiche. Lo sanno almeno che i tuoi poteri..."

"Fuori! Subito!", disse Rowan interrompendolo.

Will lanciò uno sguardo alle ragazze di Germoglioscuro, poi si voltò e si diresse verso la porta. Una volta raggiunto, Rowan afferrò il fratello per un braccio. "Come ti permetti di mettermi così in imbarazzo?"

"Deduco che loro non sappiano della magia che sprizza da te ogni volta che ti arrabbi." Will scosse la testa. "Rowan, siamo qui per imparare a controllare i nostri poteri, non per far peggiorare la situazione! E sicuramente non siamo qui per divertirci. Siamo dei Kenrith! Questo ha ancora un significato."

"In realtà, Will, non lo ha", gli rispose Rowan. "Qui nessuno ha neanche mai sentito parlare di Eldraine. Io qui rappresento solo me stessa!"

Will si mise a ridere. "E dici di non voler essere come la nostra madre naturale."

Gli occhi di Rowan si fecero gelidi. "Che cosa hai detto?"

Will sentì i peli lungo le braccia sollevarsi per effetto della carica elettrica che vorticava intorno a loro. "Non ti agitare", disse lui con tono calmo. "Non era mia intenzione..."

Rowan fece un passo verso il fratello. "No, Will. Dimmelo un’altra volta. Dimmi che sono come nostra madre."

La porta della taverna degli avventurieri si aprì e Auvernine e Plink si diressero verso di loro con grandi sorrisi. "Abbiamo risolto il problema della conversione! Andiamo alla sala antioraria per fare scorta."

Rowan si voltò verso di loro, con un sorriso stampato in volto. "Aspettate. Vengo con voi."

Le ragazze di Germoglioscuro annuirono e si incamminarono chiacchierando tra loro. Una volta allontanatesi, Rowan si voltò di nuovo verso Will, ma senza alcun sorriso. "Lasciamo stare, Will. Non sei nella posizione di dirmi ciò che devo fare."

Will fece una smorfia. "Io..."

Prima che potesse continuare, Rowan distolse lo sguardo e se ne andò nella direzione delle sue amiche.


Nonostante condividessero la camera, Will non vide quasi più Rowan dopo quel giorno. Ogni giorno, quando Will si svegliava, la sorella era già uscita dalla stanza, per tutto quello che doveva fare tranne studiare. Quando giunse l'attesissima sfida di Torre del mago tra Prismari e Pennargento, non aveva avuto l’occasione di parlarle per settimane. I giocatori entrarono di corsa sul campo di gioco e iniziarono a manipolare gli elementi per sconfiggere gli avversari e Will si ritrovò a chiedersi che fine avesse fatto la sorella.

Di fianco a lui, Quint ansimò e sobbalzò sulla sedia. "Incredibile! Wickel sta utilizzando il quarto concetto della terra, nel mezzo di tutto quel casino! Fa sembrare tutto così facile!"

Will osservò insieme a Quint il giocatore di Prismari che spostava grandi quantità di terreno ed erba a creare formazioni circolari per poi scagliarle contro gli avversari per bloccare le loro magie. Più lontana, una giocatrice di Pennargento balzò improvvisamente in aria, un arco di fiamme nere la spinse ancora più in alto, fino ad afferrare la mascotte della sua squadra, uno scarabocchio mutaforma. Dagli spalti eruppe un grido. Will si voltò verso Quint. "Che ne dici di quello?"

Quint aggrottò la fronte. "Non ne sono sicuro. Forse è una variante della combustione di Arnault?"

Dall’altra parte del campo di gioco, un’ondata di magie dei Pennargento scatenò il calore del pubblico. Nella mente di Will scorsero i ricordi del duello a cui avevano assistito durante la loro prima giornata, seguiti naturalmente dai ricordi di Rowan. Dal loro litigio alla locanda degli avventurieri, aveva sentito dire che era rimasta coinvolta in altri duelli sul campus.

All’improvviso, Quint si irrigidì e si piegò in avanti.

"No", Quint si mise ancor più a schiena dritta, con lo sguardo fisso sul campo di gioco, "non c’è modo in cui possa funzionare."

Will seguì il suo sguardo fino a un giocatore di Prismari che stava correndo verso la squadra avversaria, diretto verso la giocatrice con la mascotte.

Con tutto il pubblico in trepidazione, il giocatore di Prismari avvolse la propria mano con una luce color cremisi. Lo scarabocchio iniziò a risplendere, con un’aureola di luce rossa intorno alla testa nera. Improvvisamente, si piegò e affondò due lunghe zanne nella mano della giocatrice di Pennargento.

"Ahi!", urlò lasciando cadere lo scarabocchio... pronto per essere raccolto dal giocatore di Prismari.

L’intero pubblico esplose in un boato.

Team Pennant
Stendardo della Squadra | Illustrazione di: Anna Fehr

"Intercetto della mascotte! Geniale!" Quint afferrò Will e lo avvolse in un abbraccio di festeggiamento insieme al resto del pubblico.

"Lo ha ipnotizzato?", chiese Will, strabiliato ma al tempo stesso confuso.

"Ne ha proprio preso il controllo. Si tratta di una magia semplice, lo sai... funziona solo con le creature evocate... strabiliante!"

Will si voltò e osservò gli studenti, i professori e alcuni abitanti dei villaggi sul palco. Accolse il loro entusiasmo e un sorriso apparve sul suo volto... per svanire immediatamente quando vide Rowan, che guardava proprio nella sua direzione.


"Usciamo da qui", disse Rowan.

"Ma l’incontro non è termin..."

Plink grugnì per la gomitata di Auvernine che la zittì. Fece un cenno con la testa verso l'altro lato del corridoio e Plink seguì il suo sguardo. "Oh."

"Dovresti almeno salutare", disse Auvernine.

"Oh, davvero?"

Plink le mise una mano sul braccio. "È tuo fratello. Non devi darlo per scontato."

Rowan aggrottò la fronte e poi la sua ostinazione si sciolse per l’effetto delle sue due amiche. "Come volete voi."

Si alzò e uscì dalla sua fila. Un istante dopo, incrociò Will. Rimasero per alcuni istanti in un imbarazzato silenzio.

"Allora", iniziò Will. "Come stai?"

"Ecco", rispose Rowan. "Bene."

"Sempre con le tue amiche di Germoglioscuro?", chiese Will indicando dietro di lei.

Rowan strinse le labbra. "Questo non è un problema, vero?"

"No. Ma forse hai sbagliato a scegliere l'accademia, tutto qua."

"Che cosa vuoi dire con questo?"

"Beh, è evidente che non hai alcun interesse a imparare. E la loro è una magia legata alla natura, per loro non importa se sei in grado di controllare i tuoi poteri."

"Io sono in grado di controllarli", rispose Rowan scuotendo la testa. "Guardami, non ti sto lanciando addosso nessun fulmine!"

"Vuoi dire che non hai partecipato a nessuna zuffa nel campus in queste settimane? Che cosa hai fatto quindi, perché so che la parola studiare non fa parte del tuo vocabolario!" Will sapeva che non avrebbe dovuto stuzzicarla in quel modo, ma non riuscì a controllarsi... era arrabbiato con lei per averlo escluso dalla sua vita e per averlo abbandonato in queste ultime settimane. "Se il tuo desiderio è solo combattere, avresti potuto restare su Kylem!"

Quello non fu ciò che avrebbe voluto dire, ma non cambiò la situazione. Osservando le ciocche che iniziavano a sollevarsi sulla testa di Rowan e a crepitare di energia, Will comprese di aver esagerato. "Bene, allora ti mostro ciò che ho imparato."

Will sentì la scintilla passare dalla mano distesa di lei al suo intero corpo in un istante. I suoi muscoli scattarono e si paralizzarono e cadde a terra.

"Vorresti che fossi rimasta su Kylem? Beh. . .io vorrei che tu fossi rimasto morto!" urlò Rowan.

"Ehi!", udì Quint gridare, da qualche parte dietro di lui.

Will poteva appena muovere le braccia, ma rimaneva in grado di utilizzare gli altri sensi. Rowan sussultò nel momento in cui un blocco di ghiaccio si solidificò intorno ai suoi stivali, intrappolandole i piedi.

Lui sussurrò, con una nebbiolina che si formava intorno al volto. Rowan aprì un’altra mano crepitante di energia ma, prima che potesse scaricarla, uno strato di ghiaccio le ricoprì il pugno. Urlò per l’improvviso dolore.

"Basta!"

In un istante, l’intero pubblico divenne silente. Rowan si voltò verso gli studenti che si erano radunati intorno a loro e vide Auvernine e Plink indietreggiare. Altri studenti si spostarono, liberando il passaggio a un’ombra che si proiettò su Will. Strizzò gli occhi e vide che la professoressa Onyx lo stava osservando.

"Tutti voi, tornate ai vostri posti", ordinò con voce autoritaria. "Voi due, venite con me."


Will e Rowan seguirono la professoressa Onyx attraverso le oscure sale degli edifici di Germoglioscuro. Le ombre erano troppo profonde per permettere di scorgere i dettagli, ma qualcosa di organico cresceva tra le pietre di quei corridoi e un aroma misto di fiori e imputridimento li circondava da ogni lato.

Nessuno avrebbe voluto farsi la professoressa Onyx come nemica. Innumerevoli racconti d’orrore venivano narrati nelle sale di Prismari e, nonostante Will non credesse che la probabilità di diventare incubatrici di qualche fungo carnivoro non morto fosse alta, non escludeva del tutto quella fine. O, ancor peggio, di essere espulsi.

La seguirono fino al suo ufficio. Con un semplice gesto, la professoressa Onyx accese alcune candele, che splendevano di una fiamma viola. "Ebbene, raccontatemi che cosa vi è preso."

Professor's Warning
Avviso dell’Insegnante | Illustrazione di: Kieran Yanner

"Nulla", rispose Rowan con un tono rilassato. "Solo due fratelli che si rilassano."

"Per quanto ne so, scagliare fulmini non fa parte delle attività di due fratelli che si rilassano", commentò la professoressa. Lanciò un’occhiataccia a Rowan. "Un conflitto tra un fratello e una sorella causa un tipo speciale di dolore. E serve un tipo speciale di stoltezza per alimentarlo."

Will vide Rowan stizzirsi per quell’insulto. Si schiarì la gola. "È colpa mia. Ho iniziato io."

Percepì che Rowan lo stava guardando, ma mantenne lo sguardo di fronte a sé.

La professoressa Onyx li osservò e poi scosse la testa. Si sedette sulla sua sedia. Per un istante, Will fu convinto che avesse un aspetto molto affaticato. "Ci sono persone che desiderano danneggiare questo luogo e altri per cui è la loro casa. Se litighiamo tra noi, il loro compito sarà molto più facile."

"Professoressa", le disse Will. "Di chi sta parlando esattamente?"

Lei lo scrutò per un istante con i suoi occhi viola. "Avete sentito parlare degli Oriq?"

"Sono dei perdenti che non hanno superato l'esame d’ingresso", rispose Rowan prima che Will potesse parlare. "O che sono stati bocciati. Giusto?"

La professoressa Onyx sogghignò, ma a Will non sembrò affatto divertita. "Questo è sicuramente un modo per descriverli. Ma sottovalutarli sarebbe molto sciocco. Per quanto possiamo essere convinti del contrario, Strixhaven non ha un monopolio sul potere in questo piano."

Questa frase fece drizzare Will. Questo piano? Allora la professoressa Onyx era. . .

Ma tutto ciò che fece fu sorridere.

Rowan non l’aveva notato. Era ancora concentrata sul commento sugli Oriq. "Se stessero pianificando un qualche attacco, i professori reagirebbero. Vero?"

"Forse", rispose la professoressa Onyx. "O forse no. La questione è cosa fareste voi?"


L'aria gelida penetrò nei polmoni di Will ne momento in cui lui e Rowan uscirono dall'edificio di Germoglioscuro. La sorella era già a metà della via, diretta verso la taverna. "A dopo."

"Come? Hai ascoltato ciò che ci ha detto la professoressa? Dobbiamo fare qualcosa!"

"Per esempio?", chiese Rowan voltandosi. "Questa è la loro scuola. Lascia che siano loro a occuparsene."

Will scosse la testa. "E se non fosse sufficiente? Il numero di professori qui è limitato, Rowan. E noi non possiamo illuderci che riescano a difenderci tutti. Deve esistere un modo per proteggere noi stessi... e proteggere anche gli altri studenti."

"Per l’ultima volta, Will, non siamo su Eldraine. Non siamo i nobili che devono occuparsi del popolo. Non possiamo semplicemente", fece un gesto con una mano, "scacciare i problemi dando ordini!"

"Essere nobili non ci ha neanche impedito di essere andati vicino alla morte." Will scosse la testa. "Per lo meno, qui abbiamo il Biblioplex. In tutta quella conoscenza deve per forza esserci qualcosa che ci può aiutare. Non voglio essere di nuovo impotente."

Will si accorse del sussulto di Rowan, che raddrizzò le spalle e serrò i denti. Aveva probabilmente ricordato Oko e loro padre. Anche in quel momento, non era qualcosa che avrebbero potuto dimenticare completamente.

Rowan lo osservò con la coda dell’occhio. "Tu puoi sfogliare tutti quei vecchi libri, Will. Io mi preparerò a modo mio per ciò che verrà."

Will sospirò nel vedere Rowan girarsi di nuovo e andarsene. Posso contare solo su di me. Ancora una volta.


Kasmina era seduta immobile tra gli alberi al di fuori del campus e osservava una piccola corte appena all’esterno del Biblioplex grazie alla vista del suo gufo. Al di sotto, poteva vedere la ragazza Kenrith scagliare fulmini biforcati sull’erba. Vicino a lei si trovavano due Germoglioscuro che la guardavano. Una applaudì e l’altra disse qualcosa che lei non riuscì a comprendere.

Quella visione della corte svaniva ai bordi e si trasformava in un paesaggio completamente diverso. Kasmina spostò l’attenzione su un altro gufo. I gemelli svanirono e al loro posto si formarono ombre e rocce.

Vide Lukka insieme a un agente Oriq mascherato. L'agente si mosse, estrasse qualcosa da sotto il suo mantello e lo porse al planeswalker. Il gufo di Kasmina voltò il capo per offrirle una visuale migliore.

Si trattava di una maschera d’argento dalla forma di un cranio umano.

Lukka scosse la testa. Il suo volto mutò, la pelle si fece più scura e le sue orecchie divennero appuntite, prendendo le sembianze della sua compagna volpe. Osservò l'agente Oriq andarsene e poi si voltò improvvisamente verso il gufo, facendo indietreggiare Kasmina come riflesso istintivo.

Inviò un comando mentale al volatile, che si alzò in volo e uscì dalle caverne degli Oriq. Aveva visto abbastanza.


Rowan era seduta nella stanza di Auvernine e osservava distrattamente l’amica alla scrivania versare e mescolare una pozione brillante. Era spossata, si era allenata per settimane, alla ricerca dei modi migliori per incanalare il potere che sembrava fluire in lei giorno e notte. Nonostante l’impegno, i suoi progressi erano stati molto limitati.

Un urlo stridulo destò Rowan dai suoi pensieri. Aggrottò la fronte alla vista di Auvernine che stava sollevando una creatura simile a un verme che si dimenava all’interno di una giara. "Che cosa è quello?"

Auvernine mantenne lo sguardo sulla creatura e la posizionò su un piatto di metallo. "Un divorasale comune. Ci ho messo un’ora a trovarne uno così grande."

"E che cosa vuoi..."

Rowan si zittì nel momento in cui Auvernine iniziò a cantare, con le mani al di sopra della creatura.

La creatura si immobilizzò e le orbite dei suoi occhi di color nero perlaceo si spalancarono. La voce di Auvernine iniziò a riempire la stanza e il verme iniziò a sollevarsi dal piatto, contorcendosi e tremando mentre un’energia scintillante fuoriusciva dal suo flaccido corpo.

Rowan si portò una mano alla bocca nell’osservare la forza vitale della creatura fluttuare e immergersi nella pozione dell’amica. Il liquido avvampò e ribollì e il suo colore mutò da un viola profondo a un rosso vivace. Una volta che Auvernine terminò la magia, il divorasale cadde sul piatto, con il corpo che si dimenava nel tentativo di respirare. Rowan fece una smorfia. "Tutto questo è raccapricciante."

"Un po’", rispose Auvernine con un cenno del capo. Sollevò la pozione e la analizzò. "Questa pozione richiede più potere di quanto io possa raccogliere dalla semplice erbologia. Se riesco a realizzarla nel modo corretto, potrà aiutare molte persone. Per il bene comune sono necessari alcuni sacrifici, non sei d'accordo?"

Rowan poté solo scuotere la testa, osservando la piccola creatura. Ricordi spiacevoli della madre le tornarono in mente e cercò di reprimerli immediatamente. Sacrifici. Esatto.


Rowan trovò Will all’interno del Biblioplex, circondato da pile di tomi e pergamene. Will afferrò un altro libro, fece scorrere le pagine e borbottò tra sé e sé.

"Questo non lo chiamerei allenamento."

Alzò lo sguardo verso di lei, evidentemente sorpreso. Dopo un istante, la sua attenzione tornò ai testi che aveva di fronte. "Se gli Oriq sono pericolosi come dicono, le magie che conosciamo potrebbero non essere sufficienti", commentò Will scuotendo la testa. "Dobbiamo capire come aggiungerne altre al nostro arsenale."

"Oppure possiamo trovare un modo per aggiungere potere a quello che abbiamo ora."

Will continuò a voltare le pagine, analizzando rapidamente il contenuto.

Non facendo caso al tentativo di lui di ignorarla, Rowan si guardò intorno. Dall’altro lato della stanza, vicino a un diligente studente di Prismari intento a studiare, fluttuava una creatura dall’aspetto di una medusa... un elementale, un costrutto di acqua incantata con all’interno un insieme luccicante di vene di pura energia arcana. Rowan cercò di rimuovere parte della ripugnanza che aveva provato nei confronti di ciò che Auvernine aveva fatto. Si tratta di una magia, nulla di più.

"Rowan, che cosa stai facendo?", chiese Will, alzando finalmente la testa dai libri.

Lei lo zittì, mantenendo la concentrazione sull’elementale. L’elettricità crepitò e balzò da un dito all’altro mentre Rowan estraeva le venature di potere dalla superficie liquida, attirandole a sé. L’elementale infine collassò e divenne una piccola pozza sul pavimento di pietra. Rowan raccolse l’energia nel suo palmo, scintillante e scattante, che esplose all'improvviso in un insieme di fulmini che le fecero rizzare i capelli. Lo studente di Prismari quasi cadde dalla sedia, raccolse i suoi libri, diede un’occhiataccia a Rowan e corse via.

"Rowan!", sibilò Will. "Non puoi lanciare magie ovunque ti trovi! Poi, non abbiamo neanche seguito le lezioni sulla teoria dell’estrazione di energia! Ti farai male o lo farai a qualcun altro."

"Will, gli Oriq non si preoccupano di seguire i testi e sicuramente non rispetteranno le regole del campus", rispose Rowan. Per la prima volta da quello che sembrava un tempo infinito, la sua voce era tranquilla e pacata. "Saranno disposti a compiere ogni tipo di azione. E noi dobbiamo essere pronti a fare altrettanto."

"I nostri poteri comportano una responsabilità, Rowan. Questo è uno dei motivi per cui siamo qui. Altrimenti potremmo semplicemente utilizzarli per", Will faticò a descrivere a parole le sue paure, "per egoismo. Per motivi oscuri. Non hai imparato nulla da nostra madre o da Oko?"

"Certo", gli rispose con decisione. "Ho imparato che, quando non hai timore di infrangere le regole, puoi ottenere grandi risultati. In bocca al lupo con i tuoi libri." Se ne andò lasciandolo solo. Quando un bibliotecario di Archeorocca giunse dopo pochi minuti e chiese informazioni riguardo a un fulmine che aveva illuminato gli scaffali, Will non ebbe alcuna risposta.


Kasmina, con lo sguardo fisso verso l’orizzonte, sentì il gufo atterrare sulla cima del bastone. Una figura apparve su un lato della corte, con i contorni del corpo disegnati dai soli al tramonto. Riconobbe il profilo di quelle spalle e la postura rigida e solenne. Riconobbe anche la volpe che era al suo fianco. "È un peccato vedere un uomo del tuo calibro caduto così in basso. Cosa penserebbe la tua unità nel vedere il proprio ex condottiero nei panni di pedina di qualcun altro?"

"Credo che non farebbe una grande differenza", rispose Lukka. "Considerando che metà di loro sono sotto terra e l'altra metà mi vorrebbe morto. Da quanto tempo tu e i tuoi finti volatili mi stavate osservando?"

"Abbastanza a lungo da sapere che la via che stai percorrendo porterà solo a ulteriore dolore", gli rispose Kasmina. "A te e a molti altri. Non posso permetterlo, Lukka." La sua voce non aveva un tono né di saggezza né di misericordia... era semplicemente gelida.

"Non permetterò più che mi si dica come devo vivere", ringhiò lui. "E non sono una pedina al servizio di nessuno. I maghi che gestiscono questa scuola ritengono di essere migliori di chiunque altro e l’intero mondo annuisce e lo accetta. Dimostrerò loro che si sbagliano."

"Mi ero augurata che non diventassi un loro alleato. Che potessi utilizzare i tuoi doni per il bene comune." Kasmina sospirò. "Ma mi rendo conto di averti sopravvalutato."

Prima che Lukka potesse ribattere, il gufo di Kasmina si sollevò dalla sua spalla lanciandosi in aria. Con un battito d’ali, l'aria intorno alla volpe di Lukka si condensò improvvisamente in una sfera. Il vento soffiò e turbinò intorno all’animale e Kasmina scagliò una falce di aria compressa verso il petto di Lukka.

Si inginocchio per schivare quella lama invisibile, che lo superò e andò a infrangersi su alcuni alberi dietro di lui. Lukka si voltò verso Mila e il suo volto si fece più tagliente e più sottile nel tentativo di creare un collegamento, ma quelle fattezze animalesche svanirono tanto rapidamente quanto erano apparse.

Con una frustata di un braccio, Kasmina scagliò un’altra raffica di vento contro di lui, questa volta sottile e appuntita come una lancia. Lukka rotolò di lato e sguainò la lama rialzandosi.

Poi scattò verso Kasmina con una velocità animalesca. Lei sollevò il bastone appena in tempo, bloccandola prima che la trafiggesse. Gli occhi di Kasmina si fecero argentei ma, prima che potesse terminare un’altra magia, Lukka si allontanò, liberando la propria lama conficcata nel legno del bastone e strattonandola in avanti.

"Questi draghi", disse Lukka con un ringhio. "Questi guardiani dei draghi. Hanno tenuto il potere lontano dal popolo troppo a lungo. Li hanno resi timorosi di ogni ombra e di ogni volto sconosciuto. Che cosa succederà quando non saranno solo gli Oriq a cui daranno la caccia, quando toccherà a chiunque pratichi la magia in un modo che a loro non va a genio?"

Kasmina si voltò e sollevò una mano per proteggersi da un altro assalto di Lukka. Una parete di luce azzurra si materializzò tra loro, avvolgendola. "Non riesci a vedere oltre il tuo dolore, Lukka. Pensi forse che Extus possa cambiare la tua situazione? O forse che condividerà il suo potere con te? Lui combatte solo per se stesso."

Lukka colpì la barriera di luce con la sua arma, spinto dalla rabbia evidente nei suoi lineamenti. "La sai una cosa? Non mi interessa affatto ciò che farà lui dopo che questo luogo sarà stato spazzato via."

Test of Talents
Prova di Talento | Illustrazione di: Lie Setiawan

Kasmina fece un passo in avanti e il suo scudo obbligò Lukka a indietreggiare. Cercò di infrangere quella barriera con la forza bruta e numerosi colpi della sua lama, finché Kasmina non fece un movimento con la mano. La luce mutò e diede origine a fasci che saettarono e colpirono Lukka nello stomaco, scagliandolo all’indietro e facendolo rotolare di fianco alla sua volpe intrappolata. Prima che potesse rialzarsi, Kasmina fu su di lui e puntò un’estremità del bastone sulla sua gola.

"Arrenditi", gli disse. "È finita."

Il ringhio di Lukka si trasformò in una feroce risata. "Finita? Oh, no, questo è solo l’inizio."

Kasmina attese. Presa da quel combattimento, non aveva mantenuto la connessione con i suoi gufi. Ciò che vide in quel momento, ciò che si era avvicinato pericolosamente alla scuola, le fece venire i brividi.

"Il mio compito non è sconfiggerti", le disse Lukka con un ghigno. "Non sono così sciocco da pensare di potercela fare oggi. Ma loro invece sì."

Il terreno al di sotto di loro iniziò a tremare. Era come se l’orizzonte avesse iniziato a strisciare e a muoversi; uno sciame di chitinose creature cinguettanti emerse dagli alberi. Dai loro bizzarri corpi segmentati scaturiva un nauseante bagliore viola, come se l’intera foresta stesse bruciando di fiamme innaturali.

"Cacciamaghi", sussurrò Kasmina. "Che cosa hai combinato?"

"Combinato? Te l’ho detto", disse Lukka voltandosi e sputando sangue. Il suo ghigno mostrava in modo evidente i denti macchiati. "Questo è solo l’inizio."

Ora che erano vicinissimi, il bagliore dei cacciamaghi era ancora più intenso. Kasmina chiuse gli occhi e si concentrò su un altro piano, su un luogo completamente diverso; venne avvolta da una nuvola di piume bianche e svanì nel nulla.


Lukka si rialzò e si scosse la polvere dai vestiti. Udì dei passi delicati avvicinarsi e dopo un istante Extus fu di fianco a lui.

"Sei sicuro di riuscire a controllarli?", chiese il condottiero degli Oriq. "Nessun Oriq ha mai tentato di controllarne così tanti contemporaneamente."

Lukka annuì. "Io non sono come gli altri tuoi maghi."

Ci fu un movimento dietro di lui; gli altri Oriq si arrestarono al confine della corte. Gli agenti erano pronti, in attesa di un comando di Extus, che raddrizzò le spalle e annuì. "Che l'attacco abbia inizio."