Episodio 3: La saga di Tibalt
Ahh, il profumo della pece che ribolle! Il delicato bacio delle eruzioni vulcaniche! Dopo tutto questo duro lavoro nei ghiacciati meandri di questo dannato piano, adesso mi sento più a casa. Se solo gli altri rami di questo dannato Albero del Mondo fossero come Immersturm! Non ho dubbi, se tutto questo Kaldheim avesse qualche fiamma in più e un pizzico di anarchia, sarebbe un posto migliore. In ogni caso, se il mio lavoro avrà successo, certo che sarà un posto migliore.
Sì, sì, non ho alcun dubbio, tutte le mie macchinazioni e tutti questi mesi di fatica daranno i loro frutti. Non posso però nascondere che c’è ancora un cruccio nella mia mente: e se non ci fosse nessuno degno di raccontare in modo corretto di colui che ha il merito della devastazione che sta per arrivare?
Questo piano non ha proprio nessun cantastorie di qualità. Ho ascoltato abbastanza i loro racconti, sono sempre le stesse saghe noiose con il bene e il male, gli eroi e i malvagi, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Quindi sono qua per raccontarvi una storia nuova. Una storia indimenticabile... l’ultima saga di Kaldheim. Vi prometto che morirete dalla voglia di sentirla
Questa saga ha inizio con un planeswalker di nome Tibalt. Non solo egli era potente e brillante, ma anche disprezzato da quasi tutte le persone che incontrava a causa dei suoi innumerevoli talenti... non che il loro pensiero lo turbasse, sia chiaro. Comunque, per colpa dei tanti nemici spinti da pura gelosia, Tibalt viaggiò in lungo e in largo, non rimanendo mai sullo stesso piano per molto tempo. Questa è la storia di come giunse su Kaldheim e sul suo incontro con la Bestia Spaventosa.
Dovete sapere che la Bestia Spaventosa era venuta a conoscenza delle molte qualità di Tibalt e aveva un disperato bisogno del suo aiuto. Sapeva che un potente e affascinante planeswalker come Tibalt non si sarebbe mai curato di un ripugnante e sciocco mostro... a meno che non fosse stato costretto, quindi la Bestia Spaventosa gli si avvicinò e utilizzò una specie di maligno e ingannevole veleno. Il nome che dava a questo veleno era "seme"... e la condizione che la Bestia Spaventosa diede a Tibalt per rimuoverlo fu di generare una distrazione per i suoi scopi meschini.
Ciò che quel mostro non poteva sapere era che Tibalt stava già pianificando di seminare un po’ di guai su Kaldheim. Quindi, nel momento in cui il saggio e grandioso planeswalker accettò il ricatto della Bestia Spaventosa, stava solo continuando ad agire come aveva già deciso.
Per prima cosa, Tibalt aveva bisogno di un modo per non farsi riconoscere. Dopo tutto, nessuno avrebbe dato ascolto all’ultimo arrivato. Con l’enorme astuzia a sua disposizione, per Tibalt fu molto facile scegliere Valki. Questo dio delle menzogne, questo principe degli inganni... non fu neanche in grado di evitare di farsi ingannare. Che ne dite? Non vi sembra un controsenso?
Tibalt imprigionò Valki con delle catene magiche e lo trascinò nel reame più gelido e più remoto possibile: Karfell. C’era questo re che sembrava più una mummia congelata, con cui Tibalt strinse un patto. Fintanto che Valki fosse rimasto a marcire in una segreta nel profondo del suo palazzo di ghiaccio, il re Narfi e la sua armata terrificante... così chiamava quel mucchio di rigidi esseri che per lui erano un esercito... avrebbero potuto scegliere il loro bottino preferito durante i saccheggi che sarebbero stati all’ordine del giorno con la collisione dei reami. Sarebbe stata una collisione davvero spettacolare!
Tibalt non si era mai trovato di fronte un branco di zombi così assetati d’oro e di ricchezze! Gli abitanti degli altri reami, più noiosi e svogliati, avrebbero avuto bisogno di qualche spinta in più per prepararsi alla guerra.
Il passo successivo del geniale piano di Tibalt prevedeva di indossare le sue nuove vesti e incontrare Koll, detto Maestro Forgiatore. Koll era uno dei nani... un’ottusa specie di fabbri dal cervello pieno di metallo... e, per quanto fosse comunque insignificante, questo Koll era il loro più grande esponente. Era l’unico in grado di plasmare la tirite, la linfa solida dell’Albero del Mondo, dalle proprietà molto interessanti. Koll stava utilizzando quel materiale per realizzare una spada, ma non una spada come le altre... una lama in grado di aprire delle vie verso qualsiasi reame di Kaldheim. Era inizialmente per Halvar, il dio della battaglia... su ogni piano c’è uno di questi bruti senza cervello... ma sarebbe stata proprio perfetta per i piani di Tibalt. Senza di essa, passare da un reame all’altro era davvero fastidioso, su e giù per quell’Albero del Mondo. Koll era molto reticente a consegnarla a Valki... raccontò un sacco di fandonie su Halvar che lo salvava da un lupo gigante, poi che Valki era il dio delle menzogne... e Tibalt decise di offrire un dono a tutti i reami e lanciò quel nano scorbutico nella sua stessa forgia.
Tibalt andò quindi su Skemfar, dimora degli elfi, e chiese udienza al loro re. Re Harald, figlio di Hraldir, l’elfo che era riuscito nell’impresa di riunire i clan in guerra degli elfi dei boschi e degli elfi oscuri, era rinomato in tutti i reami per la sua saggezza e la sua solerzia. Era invece noto a Tibalt come uno sciocco paranoico e pieno di sé, che si illudeva che gli elfi potessero dominare su ogni ramoscello di Kaldheim; il suo odio e la sua sfiducia nei confronti degli Skoti... gli dei di Kaldheim... erano penetrati in ogni cellula di ogni elfo di Skemfar.
Se solo aveste potuto essere quel giorno in quella reggia! Le menzogne che l’ingegnoso Tibalt poté raccontare... l’oscurità delle nubi che si crearono nella mente di Harald dopo aver udito di tutte le terribili atrocità che gli dei stavano pianificando contro il suo popolo, troppo crudeli anche il malizioso Valki, che non poteva certo lasciare che agissero impuniti! L’unica loro possibilità, se avessero voluto sopravvivere, era evidente anche ai bambini: colpire per primi.
Nel Surtland, Tibalt avvertì i giganti del gelo di un’imminente incursione da parte dei ripugnanti troll Torga, che erano stati risvegliati dal loro lungo letargo. A Bretagard, promise ai maligni Skelle di permettere il ritorno del demone che veneravano, Varragoth. Su ogni reame di Kaldheim, lo scaltro Tibalt seminò desiderio di guerra e caos.
E Starnheim? Le valchirie... ecco, quegli esseri si rivelarono un problema anche per l'astutissimo Tibalt. Erano creature dedite al dovere, incuranti delle questioni politiche che controllavano gli altri reami. Non avevano alcun interesse per oro e potere e non temevano alcun mortale di Kaldheim. Che cosa avrebbe mai potuto combinare un valido ingannatore con tali anime rigide e intransigenti?
Prima di continuare con la saga, devo ricordarvi un detto che ogni essere del multiverso conosce: un ramo che non è in grado di piegarsi è destinato a spezzarsi.
Tibalt poteva essere brillante e potente, ma non era abbastanza forte da sconfiggere tutte le pastore e le mietitrici che vivevano su Starnheim. C’era però un essere in grado di riuscirci! Lo chiamavano Koma... la serpe del Cosmo, il primo e il più antico tra i mostri generati dall’Albero del Mondo. Tanto tempo fa, gli Skoti avevano esiliato Koma da tutti i reami e lo avevano intrappolato nel vuoto del Cosmo. Per innumerevoli anni la sua irrequietezza crebbe, la sua fame rimase insaziata e la sua sete di distruzione divenne sempre più intensa. Tibalt provò una grande pena per quella povera serpe, che crudele destino! Con la spada dei reami creò quindi un passaggio verso il reame delle valchirie, in cui la serpe del Cosmo avrebbe finalmente potuto esprimere la sua vera essenza.
Ora, dovete sapere che Tibalt non era un grande appassionato di spade. Le sue armi preferite erano pugnali e uncini, con zolfo e fuoco infernale... ma anche Tibalt dovette ammettere che quella spada si era rivelata decisamente utile. L’aveva utilizzata per attraversare molte volte il Cosmo. Gli era anche servita per scatenare Koma contro le valchirie su Starnheim. Ora la stava utilizzando per un compito molto più umile, ma comunque importante... stava tracciando un sentiero, trascinandone la punta lungo la superficie in basalto di Immersturm. Era importante, tutto sommato, che la planeswalker lo seguisse.
La fine della saga non è ancora stata scritta, ma posso darvene un’anteprima: Tibalt uccide la planeswalker. Mentre la sua energia vitale si spegne, l’ultima immagine che ha davanti a sé è la devastazione di Kaldheim. Tutti i reami, riuniti per una imponente e gloriosa conflagrazione.